Descrizione
Norberto Pazzini, quasi un secolo dopo le parole del celebre poeta riminese Aurelio de’ Giorgi Bertola, è riuscito nell’impresa ardua di ‘impadronirsi di quelle mezzetinte’ con la pittura, catturando con minuzia le luci rosate del paesaggio nell’ora magica del nascere del giorno e del suo volgere a sera, preferibilmente dall’alto orizzonte della natia Verucchio. Dalle colline della Valmarecchia ha rivolto il suo sguardo alla costa, dove la linea retta del mare si chiude a sud con il promontorio di Gabicce. Pazzini è riuscito magistralmente a riprodurre nei suoi quadri, da osservare con lentezza, l’incanto della terra di Romagna. Ha reso con abilità l’armonia del paesaggio e il fascino di ciò che compone l’universo naturale: alberi nodosi, declivi ondulati, prati fioriti, uccelli in volo, cieli percorsi da nuvole tinte di rosa. Ispirato dal palpito poetico della natura, che si riverbera nei titoli assegnati ai dipinti, Pazzini appare quasi un Morandi ante litteram, che al posto dei volumi geometrici delle bottiglie ha studiato e riproposto, con una tecnica sapiente, gli spazi agresti della Romagna meridionale racchiusi dai picchi ‘amici’ del Titano e del San Bartolo, che si stagliano sull’orizzonte ampio di cielo e mare. Nel corso dell’operosa attività, riconosciuta dalla critica italiana per serietà di impegno e partecipazione a importanti kermesse espositive, Norberto Pazzini è rimasto fedele ad una ricerca artistica fondata sul ‘vero’ naturale. Con un iter pittorico costituito da osservazione della natura, disegno dal vero e rielaborazione in studio, il tocco minuto del suo pennello, dalle cromie raffinate, ha conferito linfa vitale all’altrimenti algida oggettività di rappresentazione.