«Isidoro di Siviglia, nelle sue affascinanti e visionarie etimologie, dettava: “munus homini datur, donum Deo. Unde etiam in templis donaria dicimus”. L’editore e il curatore hanno voluto adibire la parola per assegnare ai volumi della collana il senso, ancorché secolarizzato, di dono naturalmente offerto ai loro lettori liberi e impreveduti: opere di poesia e di prosa, libri di sapienza, di immagini e di fantasia che impongono l’ascolto e l’interrogazione e non finiscono di esaurire segrete richieste. Senza debiti verso le mode erratiche e le coazioni merceologiche, piace pensare, speculando un poco sull’etimo, a libri “in franchigia”, esenti da vincoli ideologici e da calcolati programmi, testimonianti nel pensiero e nella scrittura la loro condizione di franchezza. Le intenzioni sono affidate a una operosità condegna di alto artigianato a stampa, devota cura d’arte, debita attenzione traduttoria, secondo una cadenza annuale di uscite e riuscite. L’intrinseco premio saranno, per l’editore e il curatore, l’affettuosa fatica e la speranza di suscitare presso i lettori la persuasione a un tempo “par la verité et la volupté”, come diceva Pascal».
Gianni Scalia

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