VERSO L’INFANZIA SPIRITUALE.
L’ITINERARIO ESISTENZIALE-ERMENEUTICO DI PIETRO FAVRE IN RIFERIMENTO ALLA «CONTEMPLATIO AD AMOREM» DI IGNAZIO DI LOYOLA
di Andrea Grillo
n. 4173 de La Civiltà Cattolica
Il piccolo volume del gesuita p. Fausto Gianfreda, anche nell’organizzazione tipografica del suo esordio, mostra la molteplicità delle fonti a cui attinge, nell’intento di restituire in modo plastico l’interpretazione che la vita del gesuita Pietro Favre (1506-46) ha dato dell’intuizione cristiana che Ignazio di Loyola ha fissato nei suoi Esercizi spirituali (ES), e in particolare nella parte intitolata Contemplatio ad amorem (cfr ES 230-237).
Il libro è il frutto di una conferenza che l’A. ha tenuto presso il Centro «Alberto Hurtado» della Pontificia Università Gregoriana, nell’anno accademico 2014-15. Il testo apparve subito segnato dalla valorizzazione di un’interpretazione in termini di «infanzia spirituale», e questo volumetto sviluppa in modo accurato proprio tale linea di interpretazione. Lo fa in modo assai articolato, con tre «premesse». In primo luogo, troviamo una lunga citazione di papa Francesco, tratta da C’est la confiance, l’esortazione apostolica del 2023 in occasione del 150° anniversario della nascita di Santa Teresa di Gesù Bambino, che introduce, come un grande accordo iniziale, il tema principale del volume. Poi c’è una Presentazione di p. Sandro Barlone, che inscrive il testo nell’alveo del lavoro di approfondimento della spiritualità ignaziana. Si arriva quindi alla Prefazione di Elmar Salmann, che legge il testo in una tradizione più ampia, dove gli Esercizi si incrociano con la «regola» e intrecciano così ascesi e mistica, libertà e istituzione, Ordini moderni e Ordini antichi, e forse anche Occidente e Oriente. Segue una Premessa, in cui l’A. chiarisce l’intenzione del cammino e la sintetizza così: «In Pietro Favre – canonizzato da Papa Francesco il 17 dicembre 2013 –, ho colto una realizzazione originale della trasformazione integrale della persona nella comunione con Dio e in apertura di servizio al mondo – di cui, appunto, alla Contemplatio ad amorem. Tale realizzazione termina in una condizione di infanzia spirituale: l’abbandono totale in Dio, nello svuotamento di sé e nella fiducia incondizionata dei piccoli del Regno dei Cieli» (p. 22).
Questo obiettivo viene svolto in un percorso di cinque brevi capitoli. Si inizia con «La conversione dello sguardo della Contemplatio ad amorem», per esaminare poi il passaggio «Dallo sguardo di ri-conoscimento al de arriba», considerando «Il viaggio esistenziale della maturità: dall’affettivo all’effettivo», soffermandosi su «Il discernimento e il capovolgimento kenotico per la stabilità nell’essere» e concludendo con «La realizzazione del de arriba nei piccoli». Il volume è corredato da una ricca bibliografia.
Ad accompagnare p. Gianfreda in questo viaggio spirituale alla scoperta di Favre è la parola autorevole di Michel de Certeau, che ispira riferimenti, suggerisce metafore, propone sintesi. Il percorso, in un dialogo stretto tra sant’Ignazio e santa Teresina, costituisce una bella occasione per considerare la vitalità della Contemplatio ad amorem, che ha segnato una linea profonda di comprensione del rapporto con la grazia, dove il tratto mistico dell’abbandono costituisce il culmine dell’esercizio: esercitarsi nell’abbandono, per conseguire quella «infanzia spirituale» che non può essere confusa con un’interpretazione sentimentale e ingenua. Le annotazioni dell’A., che sigillano in nota l’ultimo capitolo, aiutano il lettore a fare una scoperta preziosa: l’«infanzia spirituale», che accomuna santa Teresina e l’esito del percorso di Favre, lettore della Contemplatio, brilla di luce nuova nella comunione con la kenosi del «Figlio» (Enfant) e con la fiamma ardente dello Spirito Santo.
Andrea Grillo