Siamo lieti di comunicarvi che la nostra casa Editrice ha pubblicato in questi giorni il pregevole volume di Giorgio Gualdrini, Trittico delle cose ultime. Grünewald, Raffaello, Holbein, con Prefazione di Mons. Erio Castellucci, Postfazione di Piero Stefani e Note di lettura di Gabriella Caramore e Maurizio Ciampa.
L’opera, apparsa nell’elegante collana “Arti e Teologie”, che intende esplorare i profondi legami tra arte e fede in prospettiva ecumenica, è il frutto di oltre un decennio di approfondita e appassionata ricerca su tre celebri dipinti (un trittico) di straordinaria rilevanza. Come è stato opportunamente richiamato nella Prefazione da Mons. Castellucci: «Questo volume attiva il cervello e il cuore, emoziona e commuove, fa riflettere e ragionare. ⦋…⦌ Il fascino drammatico della Crocifissione di Grünewald a Colmar, insieme alla Madonna Sistina di Raffaello a Dresda e al Cristo nella tomba di Hans Holbein a Basilea, magistralmente scandagliati dall’autore di questo libro, in compagnia di centinaia di altre opere menzionate e inquadrate, spesso con poche incisive parole, rende l’opera dell’architetto Gualdrini un poema della bellezza sofferente.
Di questo “trittico” l’Autore indaga non soltanto i più profondi significati, sotto il profilo iconografico e simbolico, ma anche l’inesauribile “storia degli effetti” generata di tre dipinti lungo i secoli nei diversi ambiti della cultura umana: artistico, letterario, filosofico, biblico, teologico, spirituale. Le diverse tappe di questo intenso e affascinante percorso interpretativo sono scandite dalle incalzanti domande di senso, punti interrogativi conficcati nella linea d’intersezione tra la terra e il cielo, tra il “tempo penultimo” e il “tempo ultimo”. Meditando e contemplando queste tre icone della modernità, l’opera alimenta e orienta il nostro pensiero verso le “cose ultime”, ma ci sollecita anche a riconsiderare la dignità delle “cose penultime”, nella consapevolezza che la personale “coscienza della fine” genera un proprio modo di “stare al mondo”.
Autore
Giorgio Gualdrini è architetto e si è dedicato prevalentemente a interventi di restauro e di recupero nei centri storici. Nel 1990 si è aggiudicato il Primo Premio al “Concorso Nazionale per il riassetto del presbiterio della Cattedrale di Faenza”. Nell’anno 2000 ha redatto il progetto di restauro e allestimento del Museo Diocesano nel Palazzo Episcopale di Faenza seguito dalla pubblicazione dei volumi Museo, arte sacra, città (2011), Dalle chiese al museo (con A. Tambini, 2012) e The Diocesan Museum. Artworks and places, in Religion and Museums. Immaterial and material Heritage, a cura di V. Minucciani (Allemandi, Torino, London, New York, 2013). Ha affiancato all’attività professionale una personale ricerca sull’arte figurativa, con frequenti incursioni anche nel campo della filosofia e della teologia. Ha pubblicato fra gli altri: Lo spazio dell’incontro con l’altro. Architettura e rito (1995). Al restauro in architettura ha dedicato il libro Ritornare ad Itaca? (1999). Ha inoltre affrontato i temi della storia urbana e del paesaggio ed ha scrutato il rapporto fra i bambini e la città pubblicando Appunti per una urbanistica raccontata ai ragazzi (1990), con prefazione scritta dall’architetto Giovanni Michelucci.