Avvenire, Agorà, mercoledì 3 aprile 2024

Gianpaolo Romanato

Chi scrive conserva fra i ricordi d’infanzia le prediche infuocate dei parroci che mettevano in guardia i fedeli dalla propaganda dei “protestanti”; che invitavano a non lasciarli entrare nelle case, a cacciarli, se necessario, anche in malo modo. Oggi cattolici e riformati dialogano, si incontrano, si capiscono, hanno percorso insieme un costruttivo cammino ecumenico, cercando di fronteggiare l’avversario che le sta marginalizzando entrambe: la secolarizzazione, l’indifferenza della cultura tecnologica, l’avanzata dell’Islam, la proliferazione di credenze nuove e spesso stravaganti. Anche la storiografia ha superato le vecchie interpretazioni controversistiche che distorcevano i fatti piegandoli da una parte o dall’altra e studia la spaccatura religiosa dell’Europa cinquecentesca sul piano che le è proprio: quello dell’inizio della modernità e della frantumazione del continente per linee nazionali. Segnaliamo perciò questo bel libro di Michele Cassese, già professore all’Università di Trieste e con solidi studi in Germania, che espone con esemplare chiarezza i fondamenti dei riformatori e gli sviluppi che sono seguiti nella vita religiosa del Nord Europa: “Dinanzi a Dio e alla comunità”. Vita liturgica spirituale e mistica nel Protestantesimo (Pazzini, pagine 244, Euro 22,00). La prima parte espone le basi teologiche della Riforma, spiegando che si trattò di un evento tutt’altro che uniforme, segnato fin dall’inizio da differenze e difformità, che poi seguirono linee di sviluppo autonome. Perciò, scrive Cassese, “sarebbe opportuno parlare non di protestantesimo”, di “Riforme” non di “Riforma”, come si leggeva nella storiografia tradizionale. Una volta scardinato il principio di un’unica autorità depositaria della verità rivelata e affermata l’inconoscibilità di Dio, raggiungibile sola fide, la vita cristiana si incanalò negli infiniti rivoli della soggettività individuale. D’altronde, il distacco da Roma non era iniziato con Lutero ma molto prima, con i valdesi delle vallate alpine, gli hussiti e i fratelli boemi in Cechia e Slovacchia. E dopo Lutero la riforma ha continuato a riformarsi, grazie anche alla diffusione nei continenti extraeuropei, fino al movimento delle “Chiese libere”. L’autore segue questa lunga storia ponendo l’attenzione su aspetti quasi ignoti al pubblico italiano: la liturgia, sobria ed essenziale, così diversa dalla traboccante liturgia cattolica tipica dell’età barocca; la spiritualità, che riprende vigore nel secolo scorso, superando le differenze dei fondatori, dai quali era giudicata una manifestazione troppo cattolica, addirittura il misticismo, l’intimità con Dio, la contemplazione nel silenzio, che torna farsi strada nella vita culturale delle chiese protestanti. Uno studio piano e ben scritto, questo di Cassese, utile ad illuminate un mondo che nella nostra cultura è rimasto nascosto per secoli dietro uno spesso velame di diffidenza, di timore, di pregiudizio.

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