«La condizione umana, la storia, il linguaggio, in generale l’essere al mondo è un atto di meticciamento: incontro e scambio che fa nascere qualcosa di differente che non era previsto prima. Per questo l’identità, anche quella reclamata come pura, non può fare a meno dell’incontro con l’altro. Per questo l’ospitalità è una categoria rifondativa. Quello che chiediamo si affermi è il “pensiero ospitale”, che descrive l’umano, il reale, perfino il divino diversamente. L’ecumenismo che verrà è quello dell’ospitalità: essere è essere-per-l’altro e credere è vivere-per-l’altro. Dalla co-esistenza come imperativo giuridico, alla pro-esistenza come appello etico e religioso. La proposta è di aiutare l’ecumenismo ed insieme ad esso il dialogo interreligioso e ripensarsi».
Marco Dal Corso
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Parole della religione
€18,00Il libro si rivolge, a chiunque abbia la necessità o il desiderio di conoscere più dettagliatamente le religioni, facendo proprio un “alfabeto” che gli consenta di leggere con maggior attenzione la realtà che ci circonda. Il testo presenta, infine, anche una serie di temi che, con le opportune mediazioni, possono essere proposti all’interno della scuola, con un approccio interreligioso e interculturale allo studio della religione.
Risignificare l’esperienza religiosa nella crisi della razionalità teista/VERSIONE EPUB
I saggi del simposio internazionale celebrato in piena epoca pandemica (era il 2021) mentre intendono riprendere la figura e il pensiero di Rubem Alves, si prestano, in questa stagione post-pandemica, a partecipare al dibattito intorno al post-teismo. Il pensiero di Alves, cioè, si presenta all’altezza dei tempi. Esso propone una lettura della religione come esperienza alternativa tanto al mondo narcisitico dell’Ipseità (religione come emozione), quanto al mondo fondamentalista (che trasforma la religione in legge). La teologia eterodossa, eretica-erotica di Alves insegna la centralità del corpo e la razionalità corporale da esso espresso, richiama l’importanza dell’immaginazione tra desiderio e nuovo linguaggio; invita ad imparare a disapprendere il teologicamente corretto, indica un umanesimo differente e una saudade mai soddisfatta. Davanti alle istanze del post-moderno, affermare che l’essere umano è un essere-di-bisogno significa ridire la vita umana come ex-sistenza, come vivere fuori di sé. Non semplicemente perché c’è una carenza da colmare, ma perché è l’assenza che spinge verso la presenza. Alves a questo punto direbbe, e noi con lui, che la saudade è uno spazio sacro.